La parola medaglia deriva dal latino
metalla ed indicava nel Medioevo il mezzo denaro o obolo. Quando questo cadde in disuso, il termine rimase ad indicare una moneta fuori circolazione, sicchè per estensione fu poi chiamata medaglia ogni moneta antica, specialmente greca o romana.
Ciò che caratterizza la medaglia, oltre le particolarità di stile, di tecnica e di tipi, è soprattutto la sua possibilità di essere emessa anche da privati, elemento questo che la differenzia nettamente dalla moneta che è sempre una diretta emanazione dell'autorità statale (Francesco Pavini Rosati).
La produzione di medaglie inizia con quella fusa di Antonio Pisano detto
il Pisanello fatta per Giovanni VIII° Paleologo nel 1438 in occasione della sua venuta in Italia per il Congresso di Ferrara.
Presto la medaglia assunse grande popolarità; il Pisanello proseguì tale attività per circa 20 anni in varie città d'Italia. Uno dei migliori medaglisti del quattrocento è da annoverare anche in Matteo de' Pasti da Verona, attivo prima a Ferrara e poi a Rimini, fin dal 1446 al servizio dei Malatesta. Nonostante la vicinanza al Pisanello, costui rimase notevolmente inferiore sia nella caratterizzazione dei ritratti che nella composizione di allegorie e negli emblemi dei rovesci.
La classificazione delle medaglie malatestiane si concluderà solo nel 1930 con l'insuperato Corpus di G. F. Hill.
Pace di Faenza fu il primo artista di corte a Fano dal 1398 al 1400. Fra il 1414 ed il 1419; seguì Gentile da Fabriano, già affermato e famoso. A Rimini per Sigismondo, un figlio di Pandolfo nel 1446 cercò un pittore di corte, forse Piero della Francesca che vi lavorò, senza accettare di essere "pittore di corte". Moltissimi altri artisti lavorarono per i Malatesta, ma venivano scelti di volta in volta per particolari lavori. Fra questi "vaganti" ricordiamo Bartolomeo di Tommaso, pittore umbro. In Romagna la prima commissione malatestiana ad un artsta di alto livello è stata quella per le medaglie di Sigismondo e Novello, affidate nel 1443 o 1444 a Pisanello, già attivo anche per i Gonzaga e per gli Estensi. La sua opera di medaglista, ma solo a Rimini, fu continuata dal veronese Matteo de' Pasti. Con il Pisanello che probabilmente conobbe a Ferrara, viene considerato il miglior medaglista del Rinascimento. Modellò medaglie per Sigismondo, per Isotta, per Leon Battista Alberti, per Guarino Veronese, per il canonico Timoteo Maffei e per Benedetto de' Pasti a partire dal 1449. Sua è nota una sola medaglia in argento; le altre sono tutte in bronzo.
Interessante è il fatto che le date segnate non indicano la data della fusione, bensì la data dell'avvenimento indicato.
Medaglie di Sigismondo Pandolfo Malatesta
Sigismondo Pandolfo, 1395-1450, Pisanello; R: Sigismondo in armatura completa,
con elmetto piumato e bastone di comando, sta su due arbusti: su uno sta un
cimiero terminato a testa di elefante, e sull'altro è appeso uno scudo con lo
stemma, Washington National Gallery, diam. 10. cm
Sigismondo Pandolfo 1410-1468, Matteo de' Pasti; R: Modello del Tempio
Malatestiano c.ca 1453, Cesena Biblioteca Malatestiana, diam. 4.0 cm
Sigismondo Pandolfo 1410-1468, Matteo de' Pasti: R: Modello di Castelsismondo
c.ca 1455, Cesena Biblioteca Malatestiana, diam. 8.3 cm
Medaglie di Domenico Novello Malatesta
Malatesta Novello a c.ca 25 anni. 1443-1444, Pisanello, Museo Civico Bologna,
diam. 8.5 cm
Medaglie di Isotta degli Atti - Malatesta
Isotta degli Atti, 1474-1475, Matteo de' Pasti: R: elefante su prato fiorito,
ai lati due rose a quattro petali dei Malatesta, 1446, Bologna Museo
Archeologico, diam. 8.8 cm
Isotta degli Atti, 1432-1474, Matteo de' Pasti: R: libro chiuso con borchie
"ELEGIAE", 1446, Bologna Museo Archeologico, diam. 4.3 cm
Isotta degli Atti, 1410-1468, Matteo de' Pasti: R: elefante su prato fiorito,
ai lati due rose a quattro petali dei Malatesta, firma medaglista e data
incompleta c.ca 1453, Rimini Museo, diam. 8.4 cm
Infine ancora un po' di sfragistica con i sigilli dei Malatesta