THE CRATI FAN






A sud delle coltri alloctone, la Valle del Crati rappresenta una zona di subsidenza quaternaria ad intensa sedimentazione. Il fiume Crati, il maggior corso d'acqua della zona, convoglia nel Golfo di Corigliano (o Bacino di Sibari) gran quantita' di materiale terrigeno (Ricci Lucchi et al., 1985).
Con lo sbocco nel mare di un fiume, puo' esaurirsi una via di trasporto di sedimento; questo viene lasciato dal fiume stesso nella zona di foce a formare un delta, oppure e' ridistribuito dalla forza delle onde e delle correnti marine, in parte lungo la costa, in parte verso il largo. In qualche caso pero' la via di trasporto continua sotto il livello del mare, sotto forma di canale sottomarino o canyon. Il sedimento portato dal fiume non e' allora "preso in carico" dai normali processi costieri, bensi' convogliato dalla forza di gravita' che, agendo sul sedimento sospeso, forma correnti di torbida e colate fangose specialmente durante le maggiori piene.


Questo caso capita, lungo la costa del Golfo di Taranto, alla foce del Fiume Crati (Crati Group, 1980). Il suo corso d'acqua ha costruito, negli ultimi 5-6000 anni, un delta subtriangolare su una piattaforma piuttosto stretta. Il carattere rettilineo della costa e la forma del delta indicano un forte effetto del moto ondoso che distribuisce la sabbia e la ghiaia ai lati della foce, formando cordoni litorali. Immediatamente oltre la foce, al ciglio della piattaforma, il fondale sprofonda rapidamente e su di esso si possono notare delle irregolarita' corrispondenti ad un sistema di canali che convergono in un collettore principale. Esso incide la scarpata sottomarina fino ad una profondita' di 250-300 m, forma alcune anse ed e' bordato da argini naturali dovuti a deposizione da parte delle correnti piu' voluminose tracimanti dal canale stesso. Per l'effetto di Coriolis, che fa debordare i flussi prevalentemente da un lato, i due argini non hanno la stessa altezza, ne' la stessa larghezza; quello settentrionale (il sistema e' allungato in senso E-O) e' il piu' sviluppato.
Il fondo del canale e' terrazzato e cosparso di sabbia, mentre gli argini sono fatti in gran parte di fango e resi irregolari da piccole frane e canali di rotta ("crevasse").
Dopo la scarpata, al raddolcirsi del pendio, il canale principale diminuisce di profondita' (la massima raggiunta e' di 30 m) e svanisce, talora suddividendosi in canaletti minori. Al termine del canale, si trova una zona appena rilevata sul fondo circostante; questo leggero rilievo e' dovuto alla deposizione di sabbia da parte delle correnti che perdono velocita' uscendo dal canale. La fascia sabbiosa allungata, che cosi' si forma, viene chiamata "lobo" ed e' bordata da "frange", con depositi via via meno sabbiosi e con strati piu' sottili.


Scarpata, canali + argini e lobo sabbioso formano un sistema deposizionale integrato, cioe' un insieme di elementi morfologici e sedimentologici strettamente connessi. Il compito e' dunque quello di trasportare e disseminare sedimento in acque profonde. Al sistema in oggetto, si da' il nome di "conoide sottomarina", per sottolineare analogie con le conoidi di deiezione pedemontane dell'ambiente alluvionale.

La conoide sottomarina del Fiume Crati e' dunque il prolungamento del delta subaereo ed occupa l'asse del Bacino di Corigliano, una delle depressioni che complicano il settore sud-occidentale del Golfo di Taranto. La subsidenza di questo bacino e' legata al collassamento locale di un segmento delle coltri alloctone impilate nel sottofondo marino del Golfo e che rappresentano il prolungamento della catena appenninica nel Mare Ionio. La subsidenza del Bacino di Corigliano, accoppiata con il sollevamento della catena calabra, accentua i dislivelli e l'erosione subaerea e fa del bacino stesso un'ideale trappola per sedimenti. In questa trappola marginale, il sedimento e' temporaneamente immagazzinato, in attesa forse di aprirsi la strada verso il fondo della "Valle di Taranto".


Nella zona di conoide, l'intensita' della subsidenza e' di 3-6 mm/anno, e di ordine simile e' l'entita' del sollevamento montuoso. L'analisi pollinica ha inoltre dimostrato che il sedimento si e' accumulato, negli ultimi secoli o millenni, ad un tasso impressionante: vari millimetri all'anno, cioe' qualche metro per millennio, cioe' 1 km di spessore per milione di anni.


Bibliografia.

Crati Group - 1980 - Studio pilota di una conoide sottomarina attuale: crociera CR 80, suo svolgimento e prime osservazioni. Rapp. tec., 17, IGM-BO, 1-36.
Ricci Lucchi F., Colella A., Gabbianelli G., Rossi S. & Normark W.R. - 1985 - -9. Crati Fan, Mediterranean. In: Submarine Fans and Related Turbidite Systems. A.H. Bouma, W.R. Normark & N. E. Barnes (eds.). Springer-Verlag, N.Y., 51-57.
Rossi S. and Ricci Lucchi F. - 1981 - A side scan sonar profile along the major channel of the Crati submarine fan, Ionian Sea. II Europ. Reg. Meet., abstract, Bologna, 169.





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