L' IMPERO ROMANO D'ORIENTE


L'avvento di Costantino I al potere, in seguito alla battaglia di Adrianopoli del 324 contro Licinio, Imperatore d'Oriente, apri' le porte alla nascita dell'Impero Romano d'Oriente.
Esso nacque per l'assoluta necessita' che i Romani ormai avevano di arginare le spinte dei barbari germanici e degli Slavi sul Danubio e quelle dei Persiani sull'Eufrate. Bisognava cioe' trovare una citta' che fosse piu' vicina, rispetto a Roma, ai luoghi dove avvenivano piu' frequentemente gli scontri, e che fosse facilmente difendibile. Fu percio' scelta Bisanzio, che nel 330 fu chiamata Costantinopoli, in quanto aveva, oltre alle caratteristiche suddette, il vantaggio di essere punto d'incontro commerciale sia delle vie marittime (del Ponto Eusino e del Mediterraneo) che di quelle continentali (che dall'Europa portavano in Asia e viceversa).



E' in fieri la divisione dell'Impero Romano Universale fin dal 343 d.C., quando, sotto Costanzo II Imperatore, la spaccatura religiosa tra l'Occidente e l'Oriente e' ormai delineata: il primo e' cattolico, il secondo ortodosso. La situazione precipita nel 344, quando i Vescovi orientali rifiutano l'ingerenza della Chiesa di Roma negli affari della Chiesa orientale e scomunicano il Vescovo di Roma per eresia. Non gli viene infatti riconosciuta la sua natura divina. Di fatto, la storia dell'Impero Romano Universale si biforca allorche' Teodosio I, detto il Grande, affido', nel 395, l'Occidente al figlio Onorio e l'Oriente al figlio Arcadio. Il primo trasporto' la Capitale a Ravenna (404), il secondo confermo' la scelta di Costantino I, che porto' la Capitale a Bisanzio, chiamandola Costantinopoli fin dal 330. Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente, sembro' chiaro che tutto l'Impero Romano fosse nelle mani dell'Imperatore d'Oriente. In questo momento l' Impero Bizantino era formato dalla penisola balcanica, dai territori asiatici e dai possedimenti africani. La difesa era assicurata da postazioni in Siria, sull'Eufrate e sul Danubio e dall'avamposto della Crimea. I collegamenti erano assicurati da una serie di strade che mantenevano i contatti fra le frontiere e Costantinopoli e che erano nel contempo vie militari e commerciali.
In effetti l'Impero Bizantino fu la continuazione dell'Impero Romano fino a Giustiniano; assunse successivamente caratteri ellenico-orientali raggiungendo il suo massimo splendore sotto la dinastia macedone. Inizio' quindi la sua decadenza che si accentuo' con la formazione dell' "Impero Latino", fondato nel 1204 con la proclamazione ad Imperatore di Baldovino di Fiandra da parte dei partecipanti alla IV Crociata e restaurato da Michele Paleologo nel 1261,che occupo' Costantinopoli, sostenuto dalle forze genovesi, fino a subire il tracollo ad opera dei Turchi nel 1453. Il completo disfacimento avvenne nel 1461 con la caduta di Trebisonda, ultimo baluardo bizantino.

La storia di questo Impero si puo' dunque dividere in 3 periodi:

I°) Impero Universale (330 - 641). E' il periodo della continuazione dell'Impero di Roma con il Governo imperiale. Nel 527-565 Giustiniano I riconquisto' il bacino occidentale del Mediterraneo, fece un codice delle leggi e costrui' monumenti sontuosi (Santa Sofia). Ma i conflitti religiosi preparavano la secessione di numerose province e la conquista araba. Da ricordare nel 552 la battaglia di Tagina (odierna Gualdo Tadino) che fu uno degli ultimi episodi della guerra fra Bizantini e Goti, dove il generale di Giustiniano Narsete sconfisse Totila, che mori' in battaglia.

Eraclio (610-641), che per primo si fece chiamare "Basileus" dopo aver vinto i Persiani, non riusci' pero' ad arrestare l'invasione araba. Perse pertanto la Siria e tutta l'Africa. Ma l'economia dell'Impero era in eccellente stato di salute, la moneta stabile ed i pagamenti in oro erano garantiti anche in Paesi molto lontani. Il commercio era oltremodo fiorente, per lo scambio di merci che trovavano la loro sede di trattazione in primis a Costantinopoli, ma anche lungo tutte le citta' piu' importanti dell'Impero.
L'anno 641, che vide la morte di Eraclio e l'entrata di 'Umar in Alessandria, segui' la fine di un'era che aveva avuto inizio con Augusto. Fu durante questo periodo che l'Impero Romano, con la saggezza dei suoi governanti e l'iniziativa dei suoi mercanti, pose le basi delle relazioni tra l'Europa e l'Oriente.

II°) Impero Romano-Ellenico (641-1204). In questo periodo venne realizzata completamente l'ellenizzazione e l'orientalizzazione dell'Impero.

L'arte bizantina risulta essere l'incontro dell'arte ellenica con le tradizioni artistiche dei paesi orientali. Formatasi a Bisanzio si diffonde nei Balcani e in Russia, influenzando l'arte ottomana e per un certo periodo anche quella dell'Europa occidentale. L'unita' dell'Impero bizantino fu dunque dovuta anche all'ellenismo, che oltre al linguaggio ed ai costumi comuni, porto' un' identica fede, malgrado vi fossero molte dispute teologiche da parte dei Patriarchi delle grandi citta', quali Alessandria, Gerusalemme, Antiochia e ovviamente Costantinopoli.
In questo periodo vennero respinti gli arabi del Califfo Sulayman, giunti fin sotto le mura di Costantinopoli (717), e gli Slavi, che si stanziarono pero' nei Balcani. La maggior parte dell' Italia passo' invece sotto i Longobardi, finche' anche formalmente, l'Impero d'Occidente cesso' di dipendere da Bisanzio con l'incoronazione di Carlo Magno, nel Natale dell'800, come Imperatore del Sacro Romano Impero.
Nell'Impero bizantino di questi tempi nacquero inoltre i "temi", che erano dei territori retti da uno "stratega" che aveva tutti i poteri.
La dinastia isaurica (717-802) restauro' l'Impero e riorganizzo' lo Stato. Fu condannata l'iconoclastia, restaurata poi con il Concilio di Nicea del 787 dall'Imperatrice Irene.
Segui' un periodo di transizione. Dopo un colpo di Stato, sopravvenne la dinastia frigia o armoricana (820-867), che consolido' le conquiste precedenti, condanno' nuovamente l'iconoclastia e ruppe i rapporti col Papa (Scisma di Fozio, 863-867), ma ben presto fu ristabilita l'ortodossia e l'intesa con la Chiesa di Roma.
La dinastia macedone (867-1057) porto' l'Impero al suo apogeo, con Imperatori che furono grandi guerrieri o grandi lergislatori, anche se nel 902 Ibn-Ahmed elimino' gli ultimi bizantini dalla Sicilia che divenne tutta araba.
Basilio II (963-1025) esautoro' l'aristocrazia, conquisto' la Bulgaria, vinse gli arabi e raggiunse la maggior espansione dell'Impero, anche con un nuovo prosperare del commercio e dell'industria, che erano stati abbandonati per piu' di un secolo e mezzo.
Dopo di lui, incomincio' la decadenza soprattutto dopo la sconfitta con i Turchi a Malazkirt nel 1071 che fondarono il Sultanato di Rum, in Asia Minore.
Questo declino fu arrestato per un breve periodo dai Comneni (1081-1185). I conflitti con l'Occidente, nati con le Crociate, portarono poi all'occupazione di Costantinopoli (1203) da parte dei Baroni Latini della IV Crociata.



Si formarono cosi' quattro Stati al posto dell'Impero bizantino ormai frantumato: l'Impero Latino di Costantinopoli, l'Impero bizantino di Nicea, l'Impero bizantino di Trebisonda ed il despotato bizantino d'Epiro.

III°) Impero diviso (1204-1461). Durante l'occupazione latina, Latini, Bizantini e Turchi si combatterono con ferocia. Nel 1204, fine della IV Crociata, Teodoro I Lascaris costitui' l'Impero di Nicea (citta' della Bitinia, odierna Iznik). Esso rappresento' la continuazione dell'Impero bizantino fino al 1261, quando Michele VIII Paleologo riprese Costantinopoli ai Latini (1261).

Costoro rimasero pero' padroni del Peloponneso e di una parte delle isole. L'unione religiosa con Roma, rotta nel 1054 non fu riannodata e gli Occidentali rimasero indifferenti ai progressi dei Turchi. Costantinopoli cadde nel 1453, il Peloponneso nel 1460 e Trebisonda nel 1461, ultima citta' dell'Impero bizantino.


Nell'Impero bizantino grande importanza assunsero le arti letterarie, grafiche, figurative e musicali, durante quasi tutti i dieci secoli della sua durata.

La letteratura fu un'espressione nuova dalla storia dell'ellenismo. Si differenzia da esso in quanto arricchita da apporti orientali, dalla grecita' pagana, dal nuovo spirito cristiano, in una fusione del mondo occidentale ed orientale. Essa nacque dall'interazione del mondo classico con quello pagano. Vi fu dapprima un passaggio dalla grecita' al mondo bizantino s.s., periodo che fu chiamato "prebizantino". Qui vi sono le ultime voci pagane dell'anima greca antica, mentre la letteratura cristiana guarda piuttosto alla difesa dalle eresie e delle difese dei dogmi. L'ideologia pagana rimase viva nelle scuole filosofiche e retoriche ed anche nelle opere poetiche per tutto il IV e V secolo. Ma il paganesimo non poteva sopravvivere in concomitanza con la nuova religione e costitui' una corrente parallela a quella cristiana, finche' non fu definitivamante messo al bando ad opera di Giustiniano (chiusura della scuola di Atene, 529).
Dal VI all'XI secolo lo spirito bizantino diviene piu' personalizzato e fiorente. La letteratura religiosa, in particolare, ebbe un notevole sviluppo secondo tre direttive. La prima dottrinale e teologica, la seconda didattico o ascetica e la terza poetica con gli innografi o melodi. Anche la storia profana fu impregnata di spirito religioso in modo che finirono per confondersi storia imperiale con quella ecclesiastica.
Il VII secolo e' caratterizzato dalla difesa dell'ortodossia e dalla lotta contro l'eresia monotelita e iconoclasta. Il IX secolo fu contraddistinto da un rinnovamento letterario, con la rinascita della cultura e della vita stessa dell'Impero. La rigida ortodossia bizantina trovo' un terreno favorevole ad un incontro con la classicita' e lo stesso crisatianesimo non fu piu' inconciliabile con il gusto dell'antichita'. La creativita' divenne ricerca erudita. Nacque cosi' un umanesimo cristiano che trovo' nel Patriarca Fozio il suo maggior rappresentante.
Il X secolo diede vita alle grandi sintesi ed alle raccolte erudite. Nella poesia fecero la loro comparsa i canti popolari e l'epopea; dallo spirito religioso nacque la poesia drammatica. Dall' XI al XV secolo si ebbe una nuova rinascenza letteraria, dapprima alla corte di Costantinopoli, poi nell'Impero di Nicea, poi di nuovo nella Capitale. La teologia assunse caratteri filosofici, dapprima fu mistica, poi morale. Anche la storiografia assunse un grande splendore. La narrativa diede vita a romanzi cortesi con racconti dell'antichita' o cristiani, permeati da racconti orientali. Sotto l'influsso delle Crociate fiorirono i romanzi cavallereschi.
Con il ritorno a Costantinopoli dei Paleologhi (1261) c'e' un rinnovamento nella filologia e negli studi storici. La teologia diviene sempre piu' greco-ortodossa e la filosofia guarda invece anche all'Occidente. Dopo la caduta di Costantinopoli, conquistata dai turchi (1453) la letteratura e le lingue, divenute "neogreche", furono un punto di riferimento per le genti greche disperse o sottomesse allo straniero.
L'arte bizantina ha la sua origine nel mondo tardo-romano e nelle tradizioni del vecchio Oriente. Prese una sua propria fisionomia solo nel VI secolo con Giustiniano, con il raffinamento stilistico ed iconografico, che divenne elemento determinante dell'arte europea fino al gotico. Il contributo piu' importante che l'Oriente porto' all'arte bizantina fu quello della basilica mesopotamica a volta e della cupola. Cosi' la Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli, la Cattedrale di Parenzo e le Chiese di Ravenna, che conservano i mosaici murali piu' importanti. La stessa Chiesa di San Marco a Venezia e' nata come copia di Santa Sofia. Nel VI secolo la pittura bizantina raggiunge un incredibile splendore con la pienezza dei suoi mezzi espressivi e dei suoi significati: iconografica ed aulica con un gioco di colore intenso ma raffinato e stilizzato nelle forme.
Dal VII secolo al IX l'architettura s'impoverisce nei materiali, tuttavia venne perfezionato il tipo di Chiesa a croce greca. La lotta all'iconoclastia (730-843) porto' ad un diradarsi della produzione scultorea, ma determino', nella pittura, un netto distacco tra l'arte della Corte, profana, e quella popolare delle icone dipinte nei monasteri.
Nel secolo IX e X, sotto la dinastia macedone, la pittura si fa densa di spiritualita'. Lo svolgersi iconografico delle figurazioni e' stabilito da rigide regole liturgiche.
Attorno al 1100 circa, si afferma il ciclo musivo di Chio e quello piu' noto di Dhafni, che presenta un classicismo elegante, accademico e raffinato. Segui' il "rinascimento paleologo" che riprende i modi ed i temi del mosaico bizantino del VI secolo. Al mosaico viene affiancato l'affresco.
Con questo periodo si completa il ciclo della grande pittura bizantina.
L'innografia bizantina inizio' con i primi secoli dell'era cristiana, ma un ordinamento liturgico fu fissato solo nel IV secolo da Basilio I il Grande e da Giovanno Crisostomo. L'inno sacro si sviluppo' grazie all'impulso che i poeti lirici seppero dargli. Costoro erano anche i maggiori esponenti della Chiesa. I maggiori furono Romano il Melode, la cui forma preferita era il "kontakion" e Giovanni Damasceno, che diffuse il "kanon".
Il IX secolo segno' il declino dei poeti lirici, mentre nel X secolo, le melodie antiche furono riprese, imitate e soprattutto ornate da "fioriture".
All'inizio del XIV secolo prevalse infine lo stile melismatico che, con Giovanni Papadopulos detto Cucuzales, riformatore della notazione musicale, divenne "cucuzelica".

Il simbolismo astratto e l'impostazione non naturalistica dei rapporti spaziali derivo' invece dalla pittura ellenistico-romana. Anch'esso ebbe tre periodi di fulgore: quello giustinianeo, quello dinastico macedone e quello dei Paleologi.