lboino 565 -573 figlio di Audoino, sposa Rosmunda, figlia di Cunimondo, re dei Gepidi da lui ucciso. Alleato degli Avari, sconfisse i Gepidi. Lasciò la Pannonia agli Avari e si diresse col suo popolo verso l’Italia, partendo dalle rive del Lago Balaton il lunedì di Pasqua del 568 (Fasoli G.,1961).
Narra la leggenda che, all’arrivo in Italia, nel 568, Alboino fosse salito su un monte da dove poteva vedere il territorio che stava per conquistare. Quel monte, che si erge sulla valle del Fiume Vipacco è chiamato ancor oggi Monte Re. (H.L., II, 8). Viene conquistata prima l’Italia nordorientale, Milano nel settembre del 569, Pavia cade dopo tre anni d’assedio, nel 572; nello stesso anno viene presa Benevento.
Alboino sceglie come sua sede la Reggia di Teodorico, a Verona.
Viene ucciso in una congiura ordita dalla moglie e da Elmechi, suo ufficiale. Rosmunda, narra Paolo Diacono, covava la vendetta per la morte del padre e si era risolta a uccidere il marito quando lo aveva visto brindare, durante un banchetto nel castello di Verona, in una coppa ottenuta dal cranio di Cunimondo; mentre Alboino dormiva aveva legato la sua spada in modo che non potesse estrarla dal fodero cosicchè, all’arrivo dei congiurati, il Re dovette difendersi con uno scranno, ma soccombette. Fu sepolto sotto la rampa di una scala esterna del palazzo. (H.L., II, 28).
Rosmunda, di fronte all’ira dei Longobardi per la morte del loro Re, fuggì con il suo amante Elmechi a Ravenna, assieme alla figlia Alpsuinda e con un tesoro in monete e oggetti preziosi. Furono accolti dal prefetto bizantino Longino, che divenne il nuovo amante di Rosmunda e desiderava sposarla. Rosmunda offrì allora un "drink" a Elmechi dopo il bagno e questi, quando si accorse che si tattava di veleno, costrinse Rosmunda a bere dalla sua coppa, sotto la minaccia di un pugnale, e morirono entrambi (H.L., II, 29). La figlia Alpsuinda e il tesoro furono inviati a all’Imperatore Tiberio, a Costantinopoli; da questo duplice avvelenamento deriva probabilmente l’antica canzone popolare "Donna Lombarda" diffusa, in diverse versioni e dialetti, in tutta l’Italia centro settentrionale, fino al secolo scorso.